Dalla Biomeccanica alla Biodinamica

 

L’osteopatia biodinamica, come suggerisce il termine stesso, esce dagli schemi della biomeccanica per approdare alle dinamiche biologiche intrinseche ai tessuti viventi.Queste dinamiche sono ad oggi difficilmente oggettivabili, ciò nonostante esse si manifestano in maniera evidente nella pratica clinica di terapisti istruiti all’ascolto.

Alcune Scuole* sono partite dal concetto biodinamico per effettuare un approfondimento “spirituale” della materia osteopatica; nel nostro caso affrontiamo invece questo concetto in maniera “laica”, concentrandoci sul modello fisiopatologico connettivale-fasciale, oggi sempre più conosciuto e indagato nell’ambito della terapia manuale e chiamato in causa quale “primum movens” della disfunzione somatica.

*W.G. Sutherland, fondatore dell’osteopatia craniale, è partito da una concezione biomeccanica dei movimenti intracranici e cranio-sacrali, per progredire successivamente verso una concezione fluidica che si è concretizzata, alla fine sella sua attività, in una visione spirituale (soffio vitale). Sulla stessa scia hanno lavorato altri osteopati americani tra i quali Rollin Becker.

 

Solo i tessuti sanno

Alla base della tecnica osteopatica di biodinamica fasciale vi è la concezione espressa dell’osteopata americano Rollin Becker secondo il quale: “solo i tessuti sanno”.Per questo motivo, al di sopra delle supposizioni e degli schemi preimposti da qualsiasi approccio terapeutico, ciò che in definitiva permette la guarigione è l’ascolto dei tessuti del paziente che, una volta contattati, “raccontano” la loro storia traumatica a livello fisico e psichico.

L’operatore non è altro che un fulcro sul quale i tessuti possono svolgersi alla ricerca della loro innata capacità di autoguarigione.Si può pensare al filo di un telefono attorcigliato: se si cerca di srotolare la matassa non si giunge a nulla, è invece più semplice far pendere la cornetta, fissando l’altro capo del filo, e aspettare che con i sui movimenti ondulatori il filo si svolga spontaneamente.

Questo approccio rispetta i principi filosofici dell’osteopatia dettati dal suo fondatore A.T. Still a fine 1800: globalità, rapporto struttura-funzione che si concretizza nella possibilità movimento dei tessuti, circolazione fluidica, autoguarigione.

 

Milano, via Morbelli 7 (metrò rossa fermata Amendola)

Presso Metissart il 23/24/25 Maggio 2014

orario ritrovo primo giorno 9.00

orario lezione 9.30-13.00  -  14.30-18.00

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